Il Ritorno della Monarda a Pinè: Un Viaggio di Resilienza e Collaborazione Sostenibile
Siamo entusiasti ed orgogliosi di condividere un’intervista con il Dottor Miori, Direttore Tecnico R&S e Socio fondatore di Areaderma, nella quale, approfondiremo gli argomenti trattati nel recente articolo pubblicato su “Plants” (MDPI), prestigiosa e rinomata rivista scientifica internazionale peer reviewed. Con un Journal Rank di Q1 (Scienze vegetali) e un CiteScore di Q1 (Scienze vegetali), questa rivista ha un Impact Factor di 4.5 (2022) e un 5-Year Impact Factor di 4.8 (2022).
L’intento di questa intervista è rendere accessibili le complesse tematiche trattate nell’articolo. Per coloro che desiderano approfondire ulteriormente, si invita a consultare l’articolo completo disponibile al seguente link: https://www.mdpi.com/2622228
Buongiorno Dott. Miori, siamo qui oggi per parlare della Monarda e della storia avvincente che circonda il suo ritorno a Pinè. L’articolo pubblicato di recente su “Plants” ha suscitato grande interesse, ma vogliamo saperne di più attraverso le sue parole.
“Ci può riassumere in poche parole di che cosa parla l’articolo pubblicato di recente su “Plants”?
Certamente, sono veramente onorato della pubblicazione di questo articolo su “Plants“, una rivista scientifica di grande prestigio. L’articolo delinea un approfondito studio sulle caratteristiche fitochimiche di diversi tipi di estratti della Monarda didyma, mettendo in luce le sue proprietà benefiche e il suo potenziale impatto nella sfera medicinale e cosmetica, infine l’articolo propone un affascinante viaggio attraverso la sua storia e le sue applicazioni passate.
Questa ricerca è stata resa possibile grazie al generoso finanziamento della Provincia Autonoma di Trento e al sostegno del Fondo Ricerca Ateneo 2023 dell’Università di Genova, il quale ha contribuito in modo significativo alla realizzazione di questo progetto scientifico. Un ringraziamento particolare va anche ai coltivatori locali di Baselga di Piné, i quali hanno giocato un ruolo fondamentale fornendo le sommità fiorite di Monarda didyma, consentendo così lo svolgimento di questa ricerca.
Lo studio sulle proprietà morfologiche della Monarda è stato condotto dal gruppo di ricerca della Prof.ssa Laura Cornara presso l’Università di Genova. Le analisi fitochimiche e di bioattività dei suoi estratti sono state invece eseguite dal gruppo di ricerca del Professor Trombetta del Dipartimento dell’Università di Messina. Va infine menzionato il significativo contributo della Fondazione Edmund Mach, la quale ha assunto un ruolo cruciale in questa iniziativa di riqualificazione. In particolare, la Fondazione ha gestito l’analisi della conformità dei terreni coinvolti nel progetto di Areaderma.
Si può facilmente intuire che la Monarda emerge come una risorsa straordinaria, e l’opportunità di condividere queste scoperte su una rivista scientifica così autorevole è motivo di grande soddisfazione.
“Che cosa ha di tanto speciale questa particolare estrazione?”
Questa estrazione è speciale per diversi motivi. In primo luogo, si distingue per l’utilizzo delle estremità fiorite di Monarda didyma, raccolte durante la fase di fioritura a Pinè. La scelta di questo specifico periodo di raccolta è cruciale per garantire la massima concentrazione di principi attivi e la massima qualità dell’estratto.
Inoltre, il processo di estrazione, messo a punto da Areaderma, utilizza l’innovativo Estrattore Naviglio®, un’apparecchiatura avanzata progettata per ottenere estratti di alta qualità con l’utilizzo di solventi green/ecocompatibili. I 15 cicli di estrazione a freddo, che comprendono l’alternarsi di una fase statica e una dinamica, consentono di estrarre in modo ottimale i composti desiderati dalla Monarda didyma. Sono stati ottenuti infatti estratti etanolici e idroglicerici con un eccellente rapporto droga/estratto, i quali sono risultati ricchi di sostanze funzionali.
“Ci può raccontare di più riguardo alla storia di questa specie?”
La storia della Monarda, pianta aromatica e medicinale è un viaggio affascinante che abbraccia le radici dell’America del Nord e la sua diffusione nei suoli fertili del Trentino-Alto Adige. La Monarda, nota anche come bergamotto selvatico, ha una storia ricca e diversificata che attraversa continenti e secoli. La Monarda è originaria dell’America del Nord, dove le tribù indigene conoscevano bene le sue proprietà aromatiche e medicinali. Le popolazioni autoctone utilizzavano la pianta in vari modi, dalla preparazione di tisane per alleviare disturbi digestivi alla sua utilizzazione nelle cerimonie rituali. La Monarda, con i suoi fiori dal colore vivido e il profumo avvolgente, era considerata una risorsa preziosa e un simbolo di connessione con la natura. Con l’arrivo degli esploratori europei in America, la Monarda ha attirato l’attenzione per le sue qualità uniche. Divenne presto una delle prime piante americane ad essere portata in Europa, dove suscitò grande interesse tra gli appassionati di botanica e gli erboristi. La sua introduzione in Europa ha segnato l’inizio di una nuova fase nella storia di questa pianta straordinaria.
La Monarda ha trovato un terreno particolarmente favorevole nei suoli del Trentino-Alto Adige. Qui, il clima e la geografia hanno fornito un ambiente ideale per la sua crescita e prosperità. La prof.ssa Laura Cornara, esperta di etnobotanica, ha condotto per Areaderma uno studio che ha identificato 12 piante officinali, tra cui la Monarda, per reintrodurre in modo mirato e sostenibile specie estinte o poco coltivate, considerando la conformità dei terreni dell’altopiano di Pinè.
Nel 2018, la pianta è stata ufficialmente riconosciuta come una risorsa botanica di grande interesse, guadagnandosi un posto di prestigio nella Belfrit List of botanicals (la lista delle sostanze e preparati vegetali ammessi negli integratori alimentari).
“Ci piacerebbe saperne di più sul termine Etnobotanica, può raccontarci di più?”
L’Etnobotanica è una disciplina scientifica che si occupa dello studio delle relazioni tra le piante e le comunità umane. Questo campo unisce la botanica, l’etnografia, l’antropologia culturale e altre discipline connesse per esplorare come le diverse culture interagiscano con il mondo vegetale a livello storico, sociale e culturale.
“Da dove nasce l’idea di reintrodurre la Monarda sul territorio di Pinè?”
L’idea di reintrodurre la Monarda sul territorio di Pinè ha radici nel contesto storico e ambientale della regione. Il punto di partenza cruciale fu la devastante tempesta Vaia del 2018, che lasciò in eredità ampie aree di bosco danneggiate e spazi incolti. La calamità naturale non solo pose delle sfide, ma aprì anche la possibilità di una rinascita e di nuove opportunità, sfruttate da Areaderma nell’estrazione di principi attivi per uso cosmetico di 12 differenti piante officinali.
“Qual è il piano di Areaderma per la riqualificazione dei terreni colpiti dalla tempesta Vaia e come coinvolge agricoltori locali?”
Di fronte a questa situazione, Areaderma ha proposto un piano di collaborazione tra agricoltori locali, con l’obiettivo di riqualificare i terreni colpiti dalla tempesta Vaia. L’obbiettivo è stato quello di trasformare gli spazi incolti in aree fertili, sfruttando le coltivazioni locali appartenenti alla filiera delle piante officinali. Questa visione ambiziosa non solo avrebbe contribuito a recuperare i terreni colpiti, ma avrebbe anche creato una fonte sostenibile di materie prime vegetali a chilometro zero. Nel nuovo stabilimento aziendale è stato infatti allestito un laboratorio interamente dedicato alla lavorazione di queste materie prime per ottenere estratti utilizzabili come ingredienti a funzionalità cosmetica.
Oggi, la Monarda a Pinè solamente all’inizio di un percorso fatto di collaborazioni significative tra agricoltori, istituzioni di ricerca e università. Il coinvolgimento della Fondazione Edmund Mach e dell’Università di Genova, insieme alla pratica dell’Etnobotanica, evidenzia un approccio olistico e sostenibile alla sua coltivazione e studio. La storia della Monarda a Pinè è, quindi, una narrazione di adattamento, crescita e collaborazione che continua a evolversi, offrendo una lezione preziosa sulla resilienza delle piante e la loro capacità di prosperare in nuovi ambienti e contesti.